- disturbi della funzionalità tiroidea
- alterazioni del metabolismo degli zuccheri o dell'insulina (Ridotta Tolleranza Glucidica, iperinsulinismo, diabete mellito)
- alterazioni di altri ormoni quali cortisolo, ormone della crescita, leptina ecc. (che sono molto meno frequenti)
Le complicanze sono le seguenti:
- dislipidemie: aumento del colesterolo LDL (cattivo) o riduzione di quello HDL (buono), o aumento dei trigliceridi
- alterazioni del metabolismo glicidico: Ridotta Tolleranza Glicidica e Diabete Mellito
- infarto del miocardio e ictus cerebrale
- policistosi ovarica
- ridotta fertilità
- acne e/o irsutismo
- alopecia areata (perdita di capelli sul vertice del cranio)
- pannicololipodistrofia (cellulite)
Innanzitutto la persona interessata si deve sottoporre a visita specialistica durante la quale si valutano i problemi clinici e le analisi da effettuare.
Qualora venga riscontrata anche una sola delle suddette condizioni, deve essere principalmente, trattata questa mentre se tutti gli esami risultano negativi viene corretto lo stile di vita.
Frequentemente le persone che si rivolgono al dietologo sono sedentarie, ma inconsapevoli di esserlo, ritenendo che le attività professionali o domestiche svolte comportino un notevole dispendio energetico; inoltre riferiscono di avere un'alimentazione molto contenuta nelle quantità ma che vede protagonisti i carboidrati e quantità di proteine insufficienti; questo è proprio il sistema migliore per prendere peso!
Inoltre un'altra fase importante è quella della valutazione del comportamento alimentare di ogni persona, per poi proporre il regime più adeguato e personalizzato al fine di renderlo applicabile più a lungo. Talvolta, quando è necessario, è possibile e doveroso fornire anche un supporto farmacologico ed eventualmente psicologico. Quest'ultimo apre una duplice possibilità. La prima è quella di capire le motivazioni che sono alla base di un aumento di peso considerevole, la seconda è quella di apprendere la gestione del proprio comportamento alimentare anche attraverso un "lavoro" di gruppo, condotto sinergicamente dallo specialista in malattie metaboliche e dallo psicologo. Questo è l'unico percorso alla fine del quale la persona è veramente guarita, perché, attraverso una guida completa e costante raggiunge il proprio obiettivo, e acquisisce un'autonomia nella gestione del proprio corpo.
Di seguito vi proponiamo un percorso dietoterapico con una dieta detta "a Zona".
Dopo aver fatto una visita medica e prescritto le analisi, sono previsti, come prima fase, due giorni di disintossicazione con frutta e verdura possibilmente acquosa, come pere, mele, kiwi, arancie, melone, uva, pompelmo, ananas, pesche, kaki, e finocchi, pomodori, lattuga, broccoli, cavoli, cavolfiori, cicoria, spinaci, zucchine, fagioli, ravanelli, carote, barbabietole, etc. Questo servirà a evacuare l'intestino e predisporre alla seconda fase che prevede almeno 15 giorni di dieta iperproteica in cui non è consentito superare i 40 gr. di carboidrati al giorno (circa 4 blocchi). In questa seconda fase, quindi, non potremo toccare la pasta, il riso, i legumi, il pane, i cereali, le patate e tutta la frutta (è dolce!), ma anche alcuni ortaggi come le carote, i pomodori, le barbabietole, il mais, etc., ma potremo mangiare lattuga, finocchi, ravanelli, verza, etc. Non potremo bere bevande alcoliche o ricche di zucchero. In alcune bevande vi è la dicitura: "senza zuccheri aggiunti" ma ciò non vuole dire assenza di zucchero.
Si possono mangiare, invece, tutte le proteine della carne e del pesce, preferendo la carne bianca a quella rossa.
Così come le uova, in particolare preparando l'albume cotto e lasciando crudo il tuorlo.
Si possono mangiare i formaggi preferendo quelli leggeri (jocca, ricotta, formaggi light, yogurt senza carboidrati aggiunti, etc..), il prosciutto o la bresaola e cercare di tener duro fino al successivo appuntamento con il medico che aggiornerà il peso e lo spessore delle pliche cutanee.
Dopo questa fase iperproteica (che non si può fare se ci sono controindicazioni) si dovrebbe essere calati di almeno 2-3 kg di cui la maggior parte è dovuto dalla perdita di acqua (diuresi notturna).
Nella terza fase, che dura circa 20 giorni, cercheremo di reintrodurre i carboidrati; la ritenzione idrica che ne deriverà farà aumentare un po' il peso magro (soprattutto se iniziamo dell'attività motoria). In questa fase adotteremo un regime misto che prevede la colazione e degli spuntini (ancora non è previsto lo spuntino serale), mentre il pranzo e la cena rimarranno ancora iperproteici (per saziarci: insalatona verde con finocchi, bistecca di manzo, fiocchi di latte) fino alla quarta fase (terzo appuntamento con il medico) in cui seguiremo la dieta a "Zona", propriamente detta, pesando con precisione quello che mangieremo. Questa fase di 20 giorni ci servirà solo per allenare a vedere le quantità di cibo, cioè dovremmo riuscire, sulla base del nostro fabbisogno giornaliero espresso in blocchi, a quantificare otticamente il cibo da mettere sul nostro piatto tanto da non dover ricorrere a noiose pesature.
Nella quinta (quarto appuntamento con il medico) ed ultima fase, se ci siamo applicati con rigore e volontà nelle fasi precedenti (sopratutto compilando i vari diari compreso quello sportivo), dovremmo già essere calati di peso con soddisfazione. Il dimagrimento senza aver patito la fame e con una grande ed inusuale sensazione di benessere è solitamente il risultato di questo regime alimentare. L'ultima fase verrà coadiuvata dall'introduzione di omega 3 ed antiossidanti (Vitamina C), e nell'acqua (dobbiamo introdurre almeno otto bicchieri di oligominerale al giorno) verrà introdotta qualche goccia di estratto in tintura madre di tarassaco, pilosella o centella per favorire la diuresi. Nei casi di indicazione alla capillaroprotezione (nel caso in cui il paziente presentasse ritenzione idrica da insufficienza venosa con fenomeni cellulitici, accumoli adiposi, etc.) verrà invece prescritta un trittico di fitoestratti). |