Ma quali sono le cause?
Tante.
L'inquinamento: che mette in circolazione sostanze allergizzanti e insieme allo stress ed ai cibi geneticamente modificati indebolisce il nostro sistema immunitario.
L'allattamento artificiale, che toglie ai bambini la protezione del latte materno.
I1 cibo industriale che è troppo ricco di conservanti ed additivi.
La globalizzazione, che ha diffuso cibi esotici: quando kiwi e semi di sesamo in Italia non si mangiavano , nessuno era allergico ...
Sbagliato però pensare che intolleranza alimentare e allergie siano delle novità, in realtà ci sono sempre state, solo che fino a pochi anni fa mancavano gli strumenti per diagnosticarle.
Allergie ed intolleranza alimentare sono due fenomeni completamente diversi, che si manifestano in tempi diversi ed hanno un meccanismo immunologico diverso. Infatti nelle allergie abbiamo una reazione istantanea a cibi ingeriti saltuariamente, ad esempio l'orticaria dopo aver assunto le fragole, l’edema della glottide dopo aver assunto i crostacei ecc.; mentre nelle intolleranza alimentare si hanno reazioni a cibi quotidiani comuni quali: grano, latte, pomodori ecc. e i tempi di reattività sono più lunghi . da qualche ora fino a qualche giorno dopo.
Inoltre le allergie sono sempre mediate dalla produzione di anticorpi IgE con liberazione di istamina, responsabile dei fenomeni allergici, mente l’intolleranza alimentare da un attivazione dei linfociti B con produzione di IgG ed IgA da parte di frazioni proteiche del cibo e dei lactobatteri con coinvolgimento anche della serie linfocitaria T e delle interleuchine.
L’intolleranza alimentare rappresenta un fenomeno sottovalutato e misconosciuto dalla medicina accademica (la quale riconosce solo l'allergia come reazione immediata dipendente dagli anticorpi IgE), anche se ampiamente accettata e studiata dalla medicina non convenzionale.
Di allergie alimentari sarebbero colpite solo l o 2 persone su 10 , mentre l’intolleranza alimentare avrebbe un'incidenza maggiore: 5-6 persone su 10.
Da alcuni anni la società statunitense di allergologia ha classificato in modo chiaro e semplice le reazioni avverse ai cibi:
1) Allergie propriamente dette. Si manifestano con una reazione immediata o quasi al cibo ingerito: es. l'orticaria o l'angioedema . La reazione è IgE mediata.
2) Pseudo allergie . Sono i deficit enzimatici come ad esempio la mancanza dell'enzima per la digestione delle proteine del latte, che si manifesta con vomito e diarrea nei neonati già dalle prime assunzioni di latte, o la mancanza di enzimi per la digestione dei legumi: fauvismo ecc…
3) Ipersensibilità. La reazione ad alcune sostanze, presenti in alcuni alimenti (vino roso, cioccolata, formaggi fermentati, pesce in scatola) che rilasciano istamina e che possono causare cefalee ed altri sintomi.
4)Reazioni tossiche agli alimenti . Sono gli avvelenamenti da funghi o da cibi avariati , botulismo e così via.
5) Intolleranze alimentari. Casi in cui eliminando completamente un cibo dall'alimentazione quotidiana, si verifica la scomparsa del sintomo o della malattia.
Si parla quindi di intolleranza alimentare quando non vi è produzione di anticorpi IgE, quando le reazioni non sono immediate ma croniche, i disturbi non sono in diretta relazione alla assunzione ma si possono verificare a distanza di tempo, i sintomi e le malattie si possono sviluppare a carico di qualsiasi organo - apparato -sistema.
Quali sono i sintomi associati alla presenza di intolleranza alimentare?
- sintomi neurologici: depressione, labilità dell'umore, difficoltà di concentrazione, cefalee, attacchi di panico, iperattività o astenia cronica
- sintomi cardiologi: tachicardia , angina, ipertensione arteriosa
- sintomi metabolici: obesità , dismetabolismo
- sintomi gastro-enterologici: colon irritabile , colite ulcerosa , morbo di Crohn, costipazione o diarrea, afte
- sintomi uro-genitali: cistite cronica, enuresi, amenorrea o dismenorrea
- sintomi dermatologici: orticaria, dermatite, eczemi , acne, psoriasi
- sintomi loco-motori: artriti, artrosi, mialgie, dolenzie articolari ricorrenti.
In tutte queste situazioni, qualora dopo accurati esami clinico-strumentali ed ematochimici, non emerga una diagnosi specifica di patologia, vale sempre la pena di effettuare un test per l’intolleranza alimentare perché molto spesso la sintomatologia si risolverà.
Per guarire dall’intolleranza alimentare è sufficiente, una volta individuati con precisione i cibi responsabili, eliminarli completamente dall'alimentazione quotidiana per un periodo variabile tra i due e i quattro mesi. Dopo tale periodo è possibile reintrodurre l'alimento responsabile e se l'organismo è completamente disintossicato, non riconoscerà più questi alimenti come estranei e dannosi e li accetterà senza problemi .
Quali sono i metodi diagnostici per la valutazione dell’intolleranza alimentare?
Esistono test su sangue e test bioenergetici .
1) Test citotossico (cytotest): valuta dopo prelievo di sangue , le reazioni dei linfociti e dei granulociti a contatto con l'alimento.
2) Test Kinesiologico: valuta la caduta della forza di un muscolo dopo semplice contatto o assunzione sub-linguale di un alimento.
3) Vega test: test bioenergetico derivato dell’'E.A.V. che utilizza un solo punto della mano.
4) Test E.A.V: test capostipite della medicina bioenergetica, capace di valutare la funzionalità degli organi ( organometria funzionale) attraverso la misurazione dei punti dell'agopuntura cinese. La misurazione della varianza del punto di agopuntura posto a contatto con l'alimento omeopatizzato in fiale, inserito nel circuito tra macchina e paziente, indica la presenza di intolleranza alimentare.
Quali sono i test più validi?
Tutti i test se correttamente eseguiti da personale esperto e qualificato, sono validi e hanno un’attendibilità tra 80-85%.
Sicuramente i più efficaci sono il cytotest tra i test su sangue ed il test E.A.V. tra i test bioenergetici, perché il più scientifico e riproduttivo.
Comunque, il test dell’intolleranza alimentare dovrebbe essere sempre inserito nel contesto di una visita medica specialistica nella quale il medico non deve mai dimenticarsi di essere di fronte ad un individuo con le sue problematiche fisiche e psicologiche, quindi deve valutare l’individuo nel suo insieme. Per cui, dopo aver individuato con precisione gli alimenti intolleranti, tenuto anche conto della clinica e dell'anamnesi del paziente, deve elaborare una dieta il più possibile equilibrata, che tenga conto delle esigenze del paziente e delle eventuali carenza alimentari che l'alimento intollerante potrebbe apportare, deve prescrive una terapia disintossicante e drenante possibilmente biologica, deve rigenerare l'ecosistema intestinale se alterato, non va mai dimenticato infatti che nell'intestino è localizzato l'80% del nostro sistema immunitario e che l'alimento può indurre un danno tessutale su vari organi ed apparati, ma soprattutto a carico della mucosa intestinale, deve dare al paziente degli input su dei corretti stili di vita e di alimentazione che tengano il più possibile a ridurre l'introduzione nell'organismo di tossici alimentari ed ambientali.
Solo così facendo si migliorerà la qualità di vita del nostro paziente.
Fonti
Manuale della nutrizione olistica Marcello Mandatori e Annalisa Bettin Tecniche nuove, 2002
Manuale delle allergie a e intolleranza alimentari, Marcello Mandatori, Tecniche nuove, 1999.
Atti del II congresso società europea nutrizione biologica il cibo come prima medicina 20 maggio 2000.
A cura del Dott. Claudio Tabarini
Medico Chirurgo - Dietologo
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