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All'avvicinarsi degli esami di maturità, giorni temuti dai ragazzi che diventano prede di facili nervosismi, stress, paure. Prima tra tutte quella dì non ricordare, di non sapere abbastanza, di sbagliare, di aver studiato poco. Consigli, suggerimenti, trucchi: il passaparola è di prassi. E se un tempo c'era chi studiava sino a tarda notte, oppure mangiava chili di pesce per assorbire più fosforo possibile, oggi le cose sono cambiate. E gli esperti suggeriscono di prendere questa come una prova e non "la prova" della vita. |
Per "incoraggiare" la memoria si parte da due punti: maggiore attività fisica e pochi grassi nel proprio menu. Ma anche concentrarsi sullo studio lasciando fuori dalla propria stanza stimoli vari, che inducono a una maggior eccitazione nervosa (niente musica, vietata la Tv, telefonino e lpod spenti).
Per migliorare le prestazioni mnemoniche è inoltre utile fissare i concetti chiave attraverso la stesura, su carta o computer, di schemi, appunti oppure collegando ad essi immagini visive. Da ricordare che l'emozione eccessiva, la paura e lo stress non sono degli alleati...
Tutti i luoghi della memoria
I ricordi stanno da qualche parte nel nostro cervello? Quali sono i luoghi cerebrali della memoria? Sono numerosi, perché la memoria non è una sola. La memoria di come si cammina o si va in bicicletta è diversa dalla memoria dell'ultimo libro studiato per un esame, la quale, a sua volta, è diversa dalla memoria del numero telefonico appena letto per cercare un idraulico.
Il primo tipo viene definito memoria implicita e riguarda le attività motorie, ma non solo, in quanto anche tutta la nostra memoria emozionale è in larga misura subcosciente, pur essendo viva e operante come il saper nuotare anche entrando in acqua ogni dodici mesi.
Il secondo tipo di memoria, invece, è esplicita, anche detta dichiarativa. I luoghi della memoria motoria sono il cervelletto, i gangli della base, le cortecce motorie. Il luogo cruciale delle emozioni è invece l'amigdala. Mentre la memoria dichiarativa ha i suoi perni nelle cortecce associative e nell'ippocampo. Quest'ultima è una struttura chiave: il suo danneggiamento selettivo, sia nella scimmia che nell'uomo, conduce a una incapacità a formare memoria esplicita.
Secondo le più recenti ricerche, il meccanismo sarebbe il seguente. Le informazíoni che vengono dai nostri sensi, raccolte dalle aree corticali, vengono convogliate, in serie, verso le aree più prossime all'ippocampo, chiamate cortecce paraippocampali, peririnali ed entorinali; da qui vanno al giro dentato e all'ippocampo vero e proprio, da cui le informazioni usciranno per tornare alla corteccia entorinale e, successivamente, alle aree corticali pre-frontali, dove conserveremo il ricordo così formato.
Come si vede da questo complicato giro, la corteccia entorinale svolge un ruolo importante, in entrata e in uscita. E proprio questa area, assieme al giro dentato, è sede della neurogenesi legata alla memoria. Non a caso i cambiamenti patologici precoci che si registrano nell'Alzhelmer, grave forma di demenza con una irreversibile perdita di memoria, riguardano proprio la corteccia entorinale.
L'Ippocampo è molto sensibile allo stress. Sono ormai numerosi gli studi, su animali e su umani, che documentano una vulnerabilità di questa area cerebrale al cortisolo, principale ormone prodotto dalla reazione di stress. Patologie che presentano un forte aumento della produzione di cortisolo, come il morbo di Cushing, alcune forme di depressione o di stress da trauma, oppure anche situazioni di stress cronico, inducono una riduzione (atrofia) dell'ippocampo, con conseguente indebolimento dei meccanismi di formazione della memoria.
Recentemente, alcuni studi segnalano un ruolo protettivo dell'ippocampo da parte del DHEA (deidroepiandrosterone), un ormone androgeno, sintetizzato sia dalle surrenali che dal cervello, capace di contrastare gli effetti deleteri del cortisolo (e delcortisone) sul cervello.
Le regole: l'importante è divertirsi
- Scegliere podismo, nuoto, ciclismo, ballo, sci di fondo
- Non esagerare: il battito cardiaco deve rispettare determinati parametri che ciascuno può stabilire empiricamente. Basta sottrarre a un numero dato (220 per gli uomini; 200 per le donne) l'età anagrafica. Il risultato è la soglia massima di battiti al minuto da non superare. Anzi, la frequenza di sicurezza dovrebbe mantenersi al 75-80 per cento di quel limite. Dopo aver consultato il medico sullo stato del sistema cardio-vascolare, graduare l'impegno prevedendo il rilassamento finale
- Dedicarsi all'attività 4 volte alla settimana per 40-50 minuti oppure ogni giorno per mezz'ora
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