Quasi mai la cefalea, almeno nelle forme più comuni, è segno di vere e proprie patologie: più frequentemente è il sintomo predominante in una sorta di malessere generale, che può essere dovuto allo stress, alla stanchezza degli occhi (in questi casi l'attacco di mal di testa tende a comparire la sera e a terminare come d'incanto non appena ci si addormenta), a una cattiva digestione, all'abuso di caffeina o bevande alcoliche o all'improvvisa eliminazione di queste bevande a seguito di un forte consumo, a mal di schiena o a difficoltà circolatorie. In tutti questi casi, ovviamente, solo la rimozione dell'evento scatenante può consentire di dimenticare il fastidioso "mal di testa".
É fin troppo evidente che quando il mal di testa diventa un "compagno" indesiderato delle nostre giornate, la soluzione ideale è comprendere il perché questo si presenti. Fare un po' di ginnastica per la colonna vertebrale, utilizzare un paio di occhiali con le lenti più indicate per il difetto visivo dei nostri occhi, cercare di mangiare in maniera tale da non appesantire lo stomaco, regolarizzare la funzione intestinale, controllare se per caso non siano presenti calcoli nella colecisti sono solo alcune delle misure da prendere per chi soffre di mal di testa.
La prevenzione del mal di testa è comunemente molto complessa, perché spesso non ci sono veri e propri "segnali d'allarme" prima degli attacchi.
Solo in alcuni casi si presentano le cosiddette "aure", cioè un insieme di disturbi (per esempio, male agli occhi o sensazioni visive alterate) che precedono la crisi. Per quanto riguarda la terapia, se non ci sono indicazioni particolari, gli studiosi sono d'accordo nel consigliare un analgesico acquistatile in tutte le farmacie. Si tratta quasi sempre di rimedi efficaci. Se il disturbo non scompare e perdura per diverso tempo, però, non bisogna sottovalutarlo ed è consigliabile una visita dallo specialista.
Cefalea e nausea in ferie?
É la sindrome "vacanzite"
La nuova sindrome del nostro tempo, la "vacanzite", o, come la chiamano negli Stati Uniti dove fu osservata per la prima volta, «leisure sickness», «malattia da tempo libero», tragica metafora di un'epoca sempre più stressata e frenetica.
La "vacanzite" è quello strano fenomeno che capita a chi finalmente riesce a staccarsi dal lavoro e a prendersi qualche giorno d pausa. Non appena inizia il periodo di relax ecco che regolarmente si scatena tutta una serie di malanni, dai banali raffreddori, all'emicrania, nausea, a malesseri diffusi.
Secondo recenti studi psico-fisiologici ciò è dovuto all'accumulo di stress da superlavoro. Le vittime inconsciamente sopprimono i segnali di fatica e riescono a governare il proprio corpo. Ignorando l'esistenza dei sintomi, in un certo senso questi vanno via. Almeno per un po', e più precisamente fino a quando la guardia si abbassa. A questo punto scatta la trappola: lasciato senza vigilanza il corpo prende il sopravvento sulla mente e rivela tutte le magagne per lungo tempo soppresse. C'è gente che è talmente occupata che non s'accorge nemmeno di stare male. Non prestano attenzione ai segnali che vengono dal corpo, soprattutto la stanchezza e i dolori fisici sono talmente coinvolti nel lavoro che subconsciamente riescono a ritardare la malattia. |