Se nell'uomo questa dimunuzione è lenta (circa lo 0,5% l'anno), nella donna inizialmente è simile, ma accelera in seguito alla menopausa per poi rallentare nuovamente dopo circa 10 anni.
Per il suo alto contenuto di silicio, un erba comune si e rivelata preziosa per la salute delle ossa: l'equiseto o coda cavallina. Il metabolismo del calcio che compone lo scheletro umano è un processo complesso, che avviene in sinergia con quello di altri minerali, tra cui fosforo, manganese e silicio. All'esame, unghie, capelli e ossa fragili presentano una diminuzione media del 50% di quest'ultimo.
Non è ancora chiaro il meccanismo, ma c'è una relazione stretta tra calcio e silicio: il secondo può favorire un aumento del primo. E in caso di necessità l'equiseto è un ottimo rimedio per la rarefazione ossea. É infatti la pianta col più alto contenuto di silicio. In più è anche ricca di carbonato di calcio, solfato di potassio, magnesio, ferro, manganese: questo le dà un forte potere rimineralizzante. Migliora lo stato di unghie e capelli ma, soprattutto, è utile nel caso di fratture, e funziona come prevenzione per l'osteoporosi.
I benefici dell'equiseto paiono superiori anche a quelli del calcio dei latticini, recentemente messo in crisi da una dichiarazione sul Newsweek di Walter Willet, capo della Scuola di Salute Pubblica dell'Università di Harvard, secondo cui consumare latte e derivati non sempre rende le ossa più forti. Chi ne consuma grandi quantità potrebbe addirittura essere più esposto alle fratture. I dati clinici lo confermano: nei Paesi dove i consumi sono alti le persone hanno ossa più fragili. La ragione starebbe nel rapporto tra il calcio e l'aumento di acidità provocato dalla digestione delle proteine animali, come rivela uno studio tedesco pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition.
La perdita di calcio, è da mettere in relazione al perturbato equilibrio del pH dei tessuti interni provocato da accumulo di acido, a causa di diete eccessivamente acidificanti protratte nel tempo, o di difetti nella depurazione dell'organismo. Se il meccanismo di depurazione è in crisi, l'acido viene stipato nelle cellule che, per ritornare in equilibrio, devono mettere in atto un cambio ionico, buttando fuori minerali preziosi, come calcio, ferro, magnesio, potassio. Saremmo, insomma, di fronte a un paradosso: più proteine si consumano, più calcio si perde.
Confermato da ricerche americane pubblicate sempre sull'American Journal of Clinica/ Nutrition: le donne consumatrici di proteine animali presentano un'osteoporosi superiore rispetto a quelle vegetariane. La salute del nostro scheletro quindi coinvolge diversi fattori: comportamentali, ormonali e legati al sistema immunitario.
Un esempio è l'osteoporosi legata alla menopausa, quando si riduce la produzione di estrogeni, che promuovono l'attività delle cellule deputate alla costruzione del tessuto osseo, gli osteoblasti. Una correzione nutrizionale, per prevenire e curare, si rivela fondamentale. E, visto che tra le cause c'è un eccesso di proteine animali, basterebbe preferire le proteine di origine vegetale.
Semplici le soluzioni: una tisana di equiseto da bere 3 volte al giorno, insieme al consumo di soia, fagioli, piselli, broccoli, pesce azzurro, aringa e salmone, ricchi di vitamina D. Ridurre il formaggio e dare più spazio a sesamo e alghe, ricchi di calcio. Senza dimenticare un po' di attività fisica regolare.
L'equiseto è un prezioso alleato per rendere le ossa più resistenti. |
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