Le varici sono equamente distribuite fra i due sessi, mentre le teleangiectasie capillari sono quasi esclusive del sesso femminile. Le cause sono genetiche, si nasce con alcune cellule della parete venosa in meno, se ne mancano in corrispondenza delle valvole venose queste col tempo si sfiancano ed il sangue raccolto dalla safena invece di salire verso il cuore ricade verso il basso attraverso le valvole sfiancate.
Per quanto riguarda la sofferenza questa consiste essenzialmente in una pesantezza fastidiosa che si manifesta specie durante la prolungata stazione eretta, con l'approssimarsi del caldo-umido primaverile, in prossimità del ciclo e per la depressurizzazione della cabina durante i voli aerei. Questi fastidi sono tipici delle donne, legati agli ormoni femminili e se spesso accompagnano le varici molto spesso sono presenti anche quando le varici non ci sono, né esterne, né interne; gli uomini hanno a volte varici mostruose ma quasi mai hanno fastidi.
Le safene servono a veicolare il sangue venoso della pelle e del sottocutaneo delle gambe verso l'alto, in direzione del cuore, per fare questo tragitto in verticale sono dotate di numerose valvole a non ritorno. Quando queste si rompono il sangue va verso il basso e fa gonfiare le vene tributarie delle safene, si formano appunto le varici; questo sangue refluo poi passa nelle forti vene muscolari e con il sangue dei muscoli torna al cuore. In questa condizione di insufficienza della safena le vene muscolari portano su tre quote di sangue: quelle proprio, quello che la safena insufficiente non porta più, quello che ricade in basso attraverso la safena malata. Togliendo la safena si elimina il sangue di reflusso che col tempo aumenta sempre di più e può portare allo sfiancamento delle vene profonde con conseguenti ulcere varicose; perciò è sempre opportuno togliere una safena malata, anche perchè nessun cardiochirurgo è così folle da utilizzare una safena sfiancata per un eventuale by-pass.
Il metodo più antico per togliere la safena malata è quello dell' iniezione sclerosante, oggi poco praticato per gli insuccessi del passato. Il più comune è quello dello stripping: si tratta di introdurre nella safena un filo metallico dal basso, farlo arrivare all'inguine, incidere, legarci la safena e strapparla via. Il più moderno è la termocauterizzazione intravasale con sonda laser, si introduce la fibra laser la si fa arrivare all'inguine e senza incidere ritirandola si cauterizza man mano tutta la safena. |
Non esiste un metodo migliore di un altro, ognuno ha la sua indicazione. Chi non voglia assolutamente sentir parlare di qualsiasi tipo di intervento è candidato alla sclerosi che oggi, con l'uso delle mousse sclerosanti, è più agevole che in passato. Chi ha una safena di diametro maggiore di 12 mm. all'inguine non può essere sottoposto a laserterapia. Tutti gli altri si avvantaggiano dell'uso del laser. Con questa tecnica infatti si evitano sia l'incisione inguinale, sia la formazione di ematomi, sia il sanguinamento, si evita l'uso di fasciature e calze pesanti. |
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