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La stitichezza è la diminuzione del numero delle evacuazioni che scendono a meno di tre in una settimana. Questa definizione, tuttavia, va considerata valida solo in termini generali. Esistono infatti persone che, pur essendo perfettamente normali, tendono naturalmente a ridurre la frequenza delle proprie evacuazioni. |
Sicuramente le modificazioni del regime alimentare negli ultimi anni, associate a una maggior 'comodità" di tutti, hanno influenzato negativamente l'attività dell'intestino. Oggi il consumo di alimenti ricchi in fibre alimentari e quindi favorenti il buon funzionamento intestinale è molto sceso rispetto a 20-30 anni fa. In particolare, si consumano meno frutta e verdura, con conseguente riduzione della produzione di feci. Anche la diminuzione dell'attività fisica e i continui cambiamenti nelle abitudini lavorative possono aver influito negativamente sulle attività intestinali.
Indipendentemente dalle nostre cattive, abitudini, tuttavia, altri fattori possono indurre stitichezza: lo stress, i frequenti spostamenti di lavoro, l'impiego di farmaci contro la depressione, i diuretici, gli antipertensivi e gli antiacidi.
Prima di parlare di stitichezza bisogna essere davvero stitici. Per quanto possa sembrare strano molte persone, specialmentee in età più avanzata, pensano di essere stitiche pur avendo un numero di evacuazioni perfettamente normale. Per questo motivo, la stitichezza va affrontata con serenità. A volte. però, può anche segnalare un problema più grave: l'alternanza di stitichezza e diarrea oppure una costipazione immotivata devono essere seguite da un medico.
Per prevenire la stitichezza bisogna imporsi alcune regole: cercare di abituare l'intestino a svuotarsi sempre alla stessa ora, fare attività fisica regolare e aumentare l'apporto in fibre alimentari privilegiando frutta, verdura e cibi integrali. Quando poi i lassativi diventano necessari, attenzione a non abusarne. |